Armani ha inaugurato il suo primo albergo: l'Armani hotel nel Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo: 828 metri con 160 piani tra albergo (10), residenze e uffici.
Insieme con lui, Mohammed Alabbar, presidente del gruppo Emaar ed
elegante versione armaniana del ricco imprenditore arabo. E' stato lui,
più di 5 anni fa, a convincere lo stilista a occuparsi di alberghi: "gli
chiesi subito - spiega Armani- cosa
c'entrassi io con Dubai, con questa Las Vegas del mondo arabo, io che
sono l'opposto del lusso esasperato. Lui ha risposto che voleva proprio
me, perché facessi quello che mi piaceva. E così ho fatto anche qui
quello che avevo già fatto nella moda, ho 'tolto'".
Le camere hanno prezzi dagli 800 euro ai 13 mila della super suite da 300 mq, ci sono 8 ristoranti (anche un milanesissimo Peck), la spa e ovviamente l'Armani Privé.
Mancano i classici banconi per concierge e reception nella hall,
perché ogni ospite ha un lifestyle manager che accorre a qualsiasi ora
per qualunque problema. Tutto è ipertecnologico e lineare, ma insieme
caldo e importante, tra lacche nere, legno, seta e pelle.
L'operazione Burj Khalifa, cioé
la costruzione del grattacielo e la realizzazione dell'albergo e del
resto, è costata a Emaar 1,5 miliardi di dollari. Quanto all'hotel
"nonostante la crisi globale, abbiamo investito più di quanto previsto
all'inizio e ci vorranno 8 anni per raggiungere il punto di pareggio" ha
aggiunto Alabbar. Il prossimo passo sarà l'apertura (fine 2011) dell'Armani Hotel a Milano che "avrà un pizzico di milanesità in più, sarà più
ricco come mobili e colori, come una casa milanese".
Seguiranno i resort a Marrakesh e a Marassi, vicino Alessandria
d'Egitto. La prossima sfida di
questo imprenditore che una ne fa e cento ne pensa? "Vorrei realizzare
alberghi per giovani che non hanno tanti soldi. Non intendo degli ostelli,
ma hotel da 150 euro a notte. Sarebbe l'operazione che ho fatto da molti
anni nella moda con Emporio, Armani Jeans ed
Exchange".
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